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The word, therefore, the sacred ‘verbum’ which becomes chant, is the propulsive element of Durighello’s creative fantasy (…). Durighello’s music is difficult to classify or contextualize in a precise stylistic category, exactly because it lives in a mythical, fabulous time-space, neither past or future, suspended in a dimension of an extraordinarily lyric and emotive amplitude, that then, on closer acquaintance, reveals itself to be the testimony of a personal stylistic cypher, free from any demarcation of time and space.  (G.Acciai)

 La parola, dunque, il verbum divino che si fa canto, è l’elemento propulsivo della fantasia creativa di Durighello (…). Una musica, quella di Durighello, difficile da classificare e da contestualizzare in una precisa categoria stilistica, proprio perché collocata in un favoloso, mitico tempo, né passato né futuro, sospesa in una dimensione di straordinaria ampiezza lirica ed emotiva, che poi, a ben vedere, non è altro che la testimonianza di una cifra stilistica personale, libera da qualsivoglia demar­cazione di tempo e di spazio. (G. Acciai)

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